Il dollaro globale ha registrato lievi cali sui mercati internazionali, sotto la pressione delle aspettative relative alle decisioni di politica monetaria delle principali banche centrali e di una serie di dati economici negli Stati Uniti che gli investitori hanno seguito con attenzione per valutare l’andamento dei tassi di interesse. L’indice del dollaro, che misura l’andamento del biglietto verde rispetto a un paniere di sei valute rilevanti, ha registrato un calo dello 0,09% attestandosi a 98,318 unità, mantenendosi vicino ai livelli più bassi degli ultimi mesi. Il calo si è verificato in un contesto di maggiore cautela globale e riposizionamento dei portafogli. Rispetto allo yen giapponese, il dollaro è sceso dello 0,31% e ha chiuso a circa 155,35 unità, mentre il mercato ha scontato un possibile aumento dei tassi da parte della Banca del Giappone, che ha rafforzato la domanda della valuta nipponica.
Attesa per le decisioni monetarie e i dati negli Stati Uniti

L’attenzione degli operatori era rivolta a una settimana ricca di decisioni. Il mercato attendeva le decisioni di politica monetaria della Banca del Giappone (BOJ), della Banca d’Inghilterra e della Banca centrale europea (BCE), oltre ai dati chiave degli Stati Uniti come occupazione e inflazione, che erano stati ritardati dalla chiusura del governo.
Gli analisti di Goldman Sachs hanno segnalato che i loro economisti prevedono ora un aumento dei tassi da parte della BOJ a dicembre come scenario di base, anche se hanno avvertito che le indicazioni future saranno determinanti per l’andamento dello yen nel breve termine.
Parallelamente, la Federal Reserve aveva tagliato i tassi la settimana precedente, ma il suo presidente, Jerome Powell, aveva chiarito che non erano previsti ulteriori tagli immediati, il che ha mantenuto il dollaro senza una direzione chiara e con movimenti limitati.
Euro stabile, sterlina sotto pressione e franco svizzero stabile
In Europa, l’euro ha registrato un leggero aumento dello 0,06% attestandosi intorno a 1,1748 dollari, registrando la quarta sessione consecutiva di rialzi in un mercato volatile. La moneta unica ha trovato sostegno nell’aspettativa che la BCE mantenesse i tassi invariati, anche se hanno cominciato ad apparire scommesse su eventuali aumenti solo nel 2026.
La sterlina ha perso lo 0,12% e ha chiuso a circa 1,3365 dollari, cancellando i precedenti guadagni a causa dell’incertezza sulla decisione della Banca d’Inghilterra e della pubblicazione dei dati sull’inflazione e sui salari nel Regno Unito. Il dollaro, nel frattempo, è salito dello 0,16% rispetto al franco svizzero, scambiando a circa 0,797 unità, in una sessione caratterizzata da flussi difensivi moderati e cautela da parte degli investitori.
Criptovalute e asset rischiosi sotto pressione

Il clima di prudenza si è trasferito anche agli asset rischiosi. Il bitcoin ha approfondito la sua serie negativa e ha perso il 2,56%, scendendo a 86.205 dollari, accumulando la sua quarta sessione consecutiva al ribasso. L’ethereum ha perso il 4,72%, scendendo a 2.936 dollari, influenzato dalla stessa dinamica di uscita dalle posizioni speculative.
Sui mercati azionari, Wall Street ha chiuso in ribasso, con gli investitori che hanno preso posizione in attesa dei dati economici della settimana. L’S&P 500 è sceso dello 0,15%, il Nasdaq ha perso lo 0,58% e il Dow Jones è sceso dello 0,09%, in una sessione caratterizzata dalla cautela e da nuovi dubbi sulle valutazioni nel settore tecnologico.
I cali sono avvenuti dopo che il mercato ha valutato segnali contrastanti da parte della Federal Reserve e rapporti aziendali negativi, in un contesto in cui gli investitori cercavano chiarezza sul reale margine per nuovi tagli dei tassi nel 2026.
